Sullo sciopero dei giornalisti
Non è uscito il Corriere, per cui non si sa su cosa stia riflettendo in queste ore Beppe Severgnini. Non è uscita Repubblica, e a chi possa affidare Gianni De Gennaro quella roba forte che domani gli scade, visto che non può affidarla né a Bonini né a D’Avanzo, non si sa. Non è uscito il Sole 24 Ore, ciò che priva del piacere di sapere come si possano tenere insieme il dovere del presidente di Confindustria di possedere un carattere robusto e il fatto che ad avere il carattere robusto toccherebbe ’stavolta a Luca Cordero di Montezemolo. Non è uscita la Stampa, la qual cosa impedisce ai lettori di leggere tra le righe quanto poco freghi al suo direttore Giulio Anselmi di fottere a Paolo Mieli la poltrona di direttore del Corriere. Non sono in edicola nemmeno il Tirreno, il Secolo XIX, il Giornale di Sicilia, né il Gazzettino di Venezia e tutto ciò già rappresenta uno scacco per la democrazia che ha nell’informazione uno dei suoi pilastri. Ma la cosa più intollerabile è che non esca il Messaggero, mentre il Giornale sì. Perché vuol dire che agli attacchi incessanti dell’editore fratello, Pier Ferdinando Casini non potrà opporre le risposte dell’editore fidanzata.
From "Il Foglio", December 22, 2006
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