Il bel pensiero di Elio Antonucci
Sono passati otto mesi circa dall’insediamento dell’esecutivo guidato da Romani Prodi. Votata a stento la manovra economica (e grazie esclusivamente al voto dei senatori a vita, non eletti dal popolo), un solo, preminente, tema politico sull’agenda parlamentare: la riforma della legge elettorale. C’è da restare sgomenti. Con l’Italia che abbisogna di rilancio economico, di fiducia alle imprese, di liberalizzazioni (quelle vere, non quelle del post – comunista Bersani), cosa fa la sinistra? Si impantana nella guerra tra proporzionalisti e maggioritari. Come se il cittadino medio altro non avesse da fare che pensare a quelli in alto, tanto in alto, che si fronteggiano per accaparrarsi un sistema capace di spartire meglio il potere. Tanto le tasse le paghiamo noi, mentre lor signori si trastullano a spese dello Stato (e quindi di noi contribuenti) negli sfarzi della reggia di Caserta. Vorremmo sentir parlare di sicurezza, assaliti come siamo, da violenze quotidiane nelle nostre città e da frotte di romeni che spingono ai confini del Bel Paese. Ma i capi e capetti di rosso vestiti hanno altro a cui pensare. Devono restare a galla, devono decidere come redistribuire i mega introiti della Finanziaria tra le mille clientele dei loro apparati, sparsi nei sindacati, tra gli statali, nelle regioni rosse e nella cloaca meridionale, che ha fatto, proprio del clientelismo, l’unico strumento di consenso politico.
I presunti riformisti dell’Unione parlano da mesi ormai di “Fase 2”, ma forse sarebbe più corretto parlare del “Prodi 2, la disfatta”. Di riforme, infatti, non se ne è ancora sentito parlare se non per l’appunto di quella sulla legge elettorale. Desta stupore, tra l’altro, che se ne discuta a nemmeno un anno dalle ultime politiche. Introdurre infatti un nuovo sistema di voto altro non farebbe che delegittimare l’attuale Parlamento. La conseguenza più probabile sarebbe quella i traghettare nel giro di un anno il Paese a nuove elezioni. Chi ci sia dietro queste mosse è facile intuirlo. I Ds mal digeriscono la situazione di stallo in cui è precipitato il Governo. I sondaggi sono disastrosi e stiamo parlando di sondaggi fatti da società vicine alla sinistra. L’unica via di uscita è rappresentata da elezioni anticipate, per frenare l’emorragia di consensi e cambiare leadership. Si fa avanti la figura di Veltroni, ma non crediamo che D’Alema resterà a guardare,dopo essere stato umiliato nella corsa alla Presidenza della Repubblica. Nel frattempo il Paese arranca, in attesa del rilancio economico, con tutte le categorie produttive umiliate da decine e decine di nuove tasse. Questa è la sinistra al potere. Questa la sua filosofia: il bel pensiero prodiano.
I presunti riformisti dell’Unione parlano da mesi ormai di “Fase 2”, ma forse sarebbe più corretto parlare del “Prodi 2, la disfatta”. Di riforme, infatti, non se ne è ancora sentito parlare se non per l’appunto di quella sulla legge elettorale. Desta stupore, tra l’altro, che se ne discuta a nemmeno un anno dalle ultime politiche. Introdurre infatti un nuovo sistema di voto altro non farebbe che delegittimare l’attuale Parlamento. La conseguenza più probabile sarebbe quella i traghettare nel giro di un anno il Paese a nuove elezioni. Chi ci sia dietro queste mosse è facile intuirlo. I Ds mal digeriscono la situazione di stallo in cui è precipitato il Governo. I sondaggi sono disastrosi e stiamo parlando di sondaggi fatti da società vicine alla sinistra. L’unica via di uscita è rappresentata da elezioni anticipate, per frenare l’emorragia di consensi e cambiare leadership. Si fa avanti la figura di Veltroni, ma non crediamo che D’Alema resterà a guardare,dopo essere stato umiliato nella corsa alla Presidenza della Repubblica. Nel frattempo il Paese arranca, in attesa del rilancio economico, con tutte le categorie produttive umiliate da decine e decine di nuove tasse. Questa è la sinistra al potere. Questa la sua filosofia: il bel pensiero prodiano.
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