Rivoluzione Liberale

Editoriali,articoli e rassegna stampa di cultura liberale.

Thursday, June 21, 2007

Aria di elezioni di Augusto Minzolini


A Montecitorio l’aria è quella delle legislature che rotolano inesorabilmente verso la loro fine. E’ una puzza inconfondibile quella di un Parlamento che marcisce, e la riconoscono tutti. In uno dei corridoi Umberto Ranieri, diessino alla presidenza della Commissione Esteri con buone entrature al Quirinale, lo ammette senza particolari emozioni: «I più avvertiti di noi sono consapevoli che si rischia di tornare alle urne già nella primavera del 2008». «Ma è chiaro che si va al voto tra un anno! - gli fa eco sull’altro versante l’esperto ex-dc di Forza Italia, Angelo Sanza -. E’ sicuro come il sole che nasce al mattino. Tutti si stanno posizionando, da Rifondazione a Mastella». Appunto, l’aria di urne già condiziona i partiti. «La discesa in campo di Veltroni - osserva l’ex-direttore dell’Unità, Giuseppe Caldarola - è un segnale lampante. Dentro il nascente Partito democratico hanno paura che si vada alle urne e giocano l’unica carta che hanno. Lui non poteva dire di no: era fuggito già da segretario dei ds alla vigilia di un voto, non poteva farlo un’altra volta. E, magari, l’ultima operazione sarà quella di portarlo a Palazzo Chigi in autunno per togliere l’handicap Prodi e dargli una spinta in più per le urne». Lo stesso ragionamento che Pierferdinando Casini, dopo aver partecipato l’altra sera a Ballarò insieme a Massimo D’Alema, ha proposto ieri a Giulio Tremonti: «Ad ottobre Rutelli, D’Alema, Fassino e Marini chiederanno a Prodi di lasciare il posto a Veltroni. Lui farà un governo demagogico con dieci ministri e andremo alle urne a primavera...».Già, l’aria è quella. Sono pochi quelli che hanno dei dubbi. E in fondo è stata proprio questa consapevolezza da parte di tutti gli interlocutori che ha reso l’incontro di ieri tra il Capo dello Stato e la delegazione dell’opposizione guidata da Silvio Berlusconi meno incandescente delle previsioni. Il colloquio, infatti, è servito a fare piazza pulita di tutte le possibili alternative al voto anticipato. Napolitano si è nascosto dietro ad una frase di rito significativa: «Le elezioni non ci possono essere fino a quando c’è una maggioranza in Parlamento e il governo riesce a legiferare». Ma ha anche paragonato l’attuale legislatura a quella del ‘92, quando scoppiò Tangentopoli: una legislatura - va ricordato - che durò appena due anni. Berlusconi, Fini, Bossi e Rotondi da parte loro hanno spiegato che non ci sarà nessuna collaborazione fino a quando questo governo («o un altro governo di sinistra decidano loro» ha precisato Berlusconi) non avrà nel suo programma le elezioni nella primavera del 2008. Da ieri, quindi, governi del presidente o istituzionali sono stati cancellati ufficialmente dall’agenda politica.In questo modo è venuta meno anche l’ultima possibilità di mischiare le carte, di rivoluzionare uno «schema» che aldilà delle intenzioni di molti rischia di portare davvero il paese di nuovo alle urne tra un anno. «Quelli del centro-sinistra - si lamenta spesso in questi giorni Casini - sono dei dilettanti allo sbaraglio. Non hanno capito che l’unico modo per evitare le urne era quello di fare la crisi ora e formare un governo del Presidente». «Per questa maggioranza - osserva Giorgio La Malfa, altro orfano del governo istituzionale - posso parafrasare una frase di Tocqueville: “Per l’oggi, per una poltrona, sacrificano il domani”». Mentre Piero Testoni, deputato di Forza Italia che ha seguito da vicino la prima Repubblica, paragona addirittura la mancata crisi all’errore storico di Craxi: «Il centro-sinistra non ha fatto la crisi e ne pagherà le conseguenze come Bettino che non volle andare alle elezioni anticipate nel ‘91».Il motivo è semplice. La strategia della resistenza che Romano Prodi ha imposto agli altri capi del centro-sinistra per dare il via libera a Veltroni, fa acqua da tutte le parti: non ci si può arroccare quando si dispone solo di un voto di maggioranza al Senato. E’ come «la ligne Maginot» con i carri armati tedeschi alle spalle. E i carri armati, i killer del governo, sono tutte quelle forze della maggioranza che ormai seguono una loro logica che punta in tempi più o meno diversi alla crisi. Prendiamo ad esempio Clemente Mastella. Ieri il suo capogruppo alla Camera, Mauro Fabris, ha parlato a Montecitorio come se fosse un esponente dell’opposizione. E’ uscito dall’aula con un’espressione alquanto colorita nei confronti del presidente del Consiglio: «Mi ha rotto i coglioni». Ebbene: i propositi di Mastella sono chiari a tutti meno, a quanto pare, ai capi del centro-sinistra. Se saranno raccolte le firme per il referendum e la Consulta darà il via libera (con il clima che c’è nel paese è difficile immaginare il contrario) il Guardasigilli la prossima primavera mollerà Prodi e passerà con il centro-destra per andare alle elezioni per evitare il voto su un quesito che aprirebbe la strada al bi-partitismo in Italia. Si tratta di piani che sono tutto fuorchè segreti. «E’ una prospettiva molto probabile - ammette il sottosegretario alla Difesa, Marco Verzaschi -. Io lo farei anche il referendum ma Clemente lo considera esiziale. Ed è convinto che bisogna passare con il centro-destra perchè la sinistra quando rischia di perdere è terchia nel dare posti in Parlamento. Come nel 2001».Un altro che sente profumo di elezioni è Antonio Di Pietro. Non per nulla fa di tutto per ricompattare il proprio elettorato. E ogni giorno deve sentirsi la rampogna dei suoi che lo pregano di tagliare i ponti con Prodi. «C’è mezzo partito che gli ripete - racconta il capo della sua segreteria, Stefano Pedica - di uscire dal governo perchè altrimenti lo faranno altri e noi rischiamo di restare con il cerino in mano. Lui finora resiste». Già, ma fino a quando? Oggi intanto il ministro andrà a firmare il referendum di Mario Segni, cioè la vera miccia che potrebbe far saltare la legislatura. Quindi Mastella, Di Pietro, ma non è finita. I parlamentari della Svp sono sul punto di lasciare la maggioranza, hanno la base in rivolta contro il governo e rischiano di perdere alle prossime elezioni per la prima volta la provincia di Bolzano. Ed ancora, Lamberto Dini è sempre più nervoso. E sull’altro fronte il Professore per tenere buona Rifondazione deve pagare ogni giorno un prezzo sempre più salato: ieri a Bertinotti e ai suoi ha dato su un piatto d’argento la testa del capo della Polizia, Gianni De Gennaro. E questo due settimane dopo che per calmare i ds aveva decapitato il vertice della Guardia di Finanza.Tutti segnali di debolezza che dimostrano quanto il destino della legislatura sia segnato. Ed è stato proprio questo l’argomento che D’Alema e Marini hanno usato per convincere un riottoso Veltroni a scendere in campo: «E’ probabile - è stato il ragionamento di entrambi al sindaco di Roma - che fra un anno andremo alle urne e il centro-sinistra non può arrivarci disarmato».

From: "La Stampa", June 21, 2007

1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

http://opinioniefintedemocrazie.blogspot.com/

LA SPALLATA


Spallata o non-spallata?
Non è questo il problema.In questo momento è un rincorrersi di rassicurazioni,di compravendita di voti,telefonate,dalemoni.Dini sta con un piede di qui ed uno di là,perchè Prodi gli avrebbe promesso la vicepresidenza.La Finocchiaro poverina,non dorme la notte.Difficile fare il capogruppo al Senato in questa compagine numericamente esigua.Mi rendo conto.
Dopodomani , se la spallata ci dovesse essere ,la CdL brinderà,ed idealmente lo farà la maggior parte degli Italiani.
Se,al contrario non ci dovesse essere ,già mi vedo un Prodi gongolante ,tronfio davanti ai microfoni nell'inanellare una serie di dichiarazioni sulla compattezza del governo , e sul fallimento della spallata .Contornato dai vari giannizzeri,che è tutto un programma...
Tutti i giornali faranno titoloni, e tutti vissero felici e contenti.


No, presidente Prodi,non va .....
La spallata ,se ci sarà o no,è un problema che riguarda te,non gli Italiani.
O pensi che gli Italiani ti abbiano votato per fare le scaramucce con l'opposizione?
E' da quando sei stato eletto che tu e la tua compagine collezionate una serie di figure meschine da brivido.

Passiamo in rassegna una serie non certo esaustiva di "perle" dell'azione di governo attuale .

- Facciamo appena un accenno alle promesse elargite a piene mani dal pulpito di “porta a porta” .Tra l’altro citiamo la non volontà di aumentare le tasse (ribadita in più riprese),la promessa della felicità(manco fosse il mago Zurlì, e poi noi ci saremmo accontentati di molto meno.Ma forse , essendo le tasse bellissime , ed essendo aumentate a livelli stellari,era questa stessa l’essenza della felicità )
- La gestione improvvida della politica estera ,che ha culminato con la scelta di interlocutori preferenziali a dir poco discutibili. Ricordiamo Ahmadinejad ed Al Fatah.Per gli smemorati ricordiamo che il presidente iraniano è quello che auspicava la cancellazione dello stato israeliano dalla carta geografica e anche quello che esaltava l’olocausto. Insomma,delle “personcine” a modo”.
- L’aumento della pressione fiscale che ha prodotto una depressione sia clinica che finanziaria ,colpendo tutti indistintamente,dal povero al ricco,passando dal ceto medio ,con unica eccezione rappresentata dalle realtà bancarie alle quali ha fatto un regalino natalizio di tutto rispetto e , prono com’è al potere bancario , non ha nemmeno chiesto nulla in cambio(per esempio la ristrutturazione dei tassi di interesse dei mutui a tasso variabile contratti dalle famiglie)
- Una sensazione di insicurezza sociale derivante dagli indulti e dalle scorribande di immigrati clandestini per lo più dell’est la cui occupazione,fatte poche eccezioni per le quali bisogna portare rispetto,sono dedite ad attività criminose come :rapine in villa col morto,spaccio di sostanze stupefacenti,violenze sessuali con morta annessa.
Quelli di cultura islamica invece,si limitano solo ad organizzare cellule terroristiche e ad uccidere connazionali che vivono all’occidentale.Insomma”robetta”….

-Una chicca:un emendamento di questa finanziaria prevede,se votata, la messa in stato di controllo delle utenze fisse e mobili dei possessori di casa(ovviamente per controllarne l’evasione).Ogni commento è superfluo.

E quindi,tra un bamboccione ed un'esaltazione della bellezza delle tasse ,fatta da chi ,come Tommasino PadoaSchioppa ,guadagna 36mila €/mese,più casa a Largo di Torre Argentina con affitto calmierato ,più aliquota fiscale al 9,75% mentre noi siamo tassati al 50%(roba da prenderlo a calci nel culo),arriviamo ai giorni nostri.

Finanziaria
-La Sen. Rita Levi Montalcini(quella che non avrebbe votato la finanziaria se non avesse stornato fondi alla ricerca per intenderci..) ha appena finito di votare contro un emendamento AN dell'On Valditara ,che prevedeva lo stanziamento di fondi per innalzare gli stipendi dei dottorati di ricerca che attualmente si attestano ad € 800 mensili.Tutti convinti,da Rossi a Turigliatto,da Dini a Fisichella .Il governo da parere negativo sull'emendamento e la Montalcini "si adegua".E tanto che le frega?La sua fondazione (Centro europeo di ricerca sul cervello) è stata finanziata!E poi si lamenta di ricevere in regalo una stampella?Napolitano ha perso una buona occasione per tacere.Potrebbe essere accusato di "soccorso rosso".

-La Sen. Franca Rame invece, ha votato contro un emendamento da lei presentato insieme a Rossi e Turigliatto per lo stanziamento di fondi per gli operatori esposti all'amianto.In pratica si è"votata contro".Giustificazione della stessa Rame:"Non sono più quella di due anni fa.Sono quella di adesso.Ho assunto un impegno con questo governo e purtroppo devo andare avanti".Che cazzo vorrà dire non lo so.....

Ecco perchè la spallata è un problema di Prodi e del suo indotto di poltrone.Su di noi cadono le tegole.Ma di questo non ne parla nessuno.Che Dio ce la mandi buona.
http://opinioniefintedemocrazie.blogspot.com/

10:38 PM  

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