Rivoluzione Liberale

Editoriali,articoli e rassegna stampa di cultura liberale.

Thursday, February 08, 2007

La continuità discontinua


Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha voluto riunire il vertice dell’Unione sulla politica estera prima di partire per l’India, ma questa scelta non sembra essere stata particolarmente apprezzata dai suoi alleati. Il ministro degli Esteri Massimo D’Alema ha spiegato di essere stato “convocato”, ed è arrivato con un’ora di ritardo. Il Guardasigilli Clemente Mastella non l’ha aspettato, dice, a causa di un’influenza, e se ne è andato a casa facendo sibillinamente gli auguri per le votazioni al Senato. Il vicepremier Francesco Rutelli, che invece dall’influenza è appena guarito, se ne è andato prima per un impegno televisivo, ma ha assicurato la stesura di una dichiarazione comune alla fine del vertice, ancora in corso mentre scriviamo. La sinistra antagonista, che non voleva essere messa sul banco degli imputati per la sua dissidenza sulla base americana di Vicenza aveva chiesto che il vertice discutesse “di tutto”, ma non ha ottenuto ciò che voleva. In questo andirivieni di ministri la dichiarazione di Romano Prodi, “siamo una squadra che vince se ci passiamo la palla” è apparsa un po’ surreale. Quando poi si è vantato, riferendosi alla politica estera, di aver “cambiato passo a testa alta” è sembrato più un istruttore di ginnastica che un premier. Il fatto è che una svogliata riunione di esponenti della maggioranza può servire a Prodi per sostenere che c’è accordo sulla “continuità discontinua” della nostra politica estera, ma non risolve nessun problema, né quello dell’irritazione americana (ribadita dal portavoce del Dipartimento di stato che ha dichiarato che la lettera firmata dall’ambasciatore Spogli è “pienamente in linea” con ciò che hanno affermato sull’Afghanistan il presidente George W. Bush, il segretario di stato Condoleezza Rice e il capo del Pentagono Robert Gates), né quello della dissidenza a sinistra. Tra dieci giorni si terrà la manifestazione indetta da tre partiti della maggioranza per protestare contro la decisione di Prodi su Vicenza. Un mese dopo si voterà in Parlamento sul rifinanziamento della missione in Afghanistan. E’ lì che si vedrà quanto contano le frasi contorte dei comunicati su una politica estera che non c’è.
From "Il Foglio"

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