Rivoluzione Liberale

Editoriali,articoli e rassegna stampa di cultura liberale.

Thursday, January 18, 2007

Algoritmi e paradossi di Elio Antonucci


C’è chi litiga per una base militare americana, chi fa lo gnorri, fingendo di non saperne nulla. Almeno fino all’altro giorno. C’è chi fa il pacifista, ma tollera che nei centri sociali si istruiscano intere generazioni alla violenza ed alla “resistenza civile”, per quanto di civile tutto questo abbia poco. Pochissimo. C’è chi vuole indire referendum popolari, chi si fa preparare i sondaggi. Con numeri strani, stranissimi. C’è chi vuole mettere mano alle pensioni, chi rimanda la questione all’indomani e chi grida “Guai a chi le tocca, che qua casca tutto!”. E non vi azzardate a isolare dal contesto la frase, chè potrebbe sembrare un’altra cosa. C’è chi viene fischiato appena mette il naso fuori dalla sua riserva indiana, ma che accusa gli altri di organizzare rumorose claque. E caspita, quanti ne sono quelli che non hanno un corno da fare se non protestare di professione? Mah. C’è chi annuncia a giorni alterni riforme eccezionali e dimissioni. Ma no, qua proprio nessuno ha pensato di chiamare uno bravo. Forse è giunta l’ora. C’è chi promette aumenti ai pensionati. E che ingrati quelli: si lamentano perché gli hanno dato sette euro in più al mese. C’è chi parla di rilancio del Paese ed ha le idee chiare e poche parole d’ordine: chiudere tutti i cantieri aperti. C’è chi ha rilanciato la “serietà al governo”. E accidenti, quanto sono seri. Vediamo un po’. Lo spacchettamento dei ministeri, la squadra governativa più nutrita della storia repubblicana, un presidente della Camera che indossa la spilletta della pace, un deputato che pianta erba a Montecitorio, un trans indeciso tra la toilette dei maschi e quella delle femmine, i pizzini per l’elezione del presidente del Senato, i controlli di viscomat, la tassa sui ladri, gli aumenti di Irpef, bollo auto e Ici sulla prima casa. E no, non è uno scherzo.
Un anno fa poche migliaia di indigeni protestarono contro la Tav in Piemonte. Tanto gridarono che l’esecutivo di centrodestra, sbagliando drammaticamente, congelò il progetto. La sinistra all’epoca gridava, scalpitava e sbraitava all’urlo “Giù le mani dai lavoratori piemontesi, bisogna rispettare la volontà del popolo”. Principio sacrosanto.
Lo scorso dicembre 2200000 (due milioni duecentomila, non poche migliaia) di persone sono scesi in piazza a Roma per chiedere più giustizia da un governo che impone solo tasse. Quel popolo è stato deriso e presto dimenticato. Ma siamo matti ragazzi?No, non c’è niente che non quadri. Questo è l’algoritmo unionista. Studiare, studiare.

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